Quando abbiamo parlato dell'impatto dell'informazione nell'economia contemporanea,e alla frase che ci pone la cassiera del supermercato :"ha la tessera?" subito mi è venuto in mente Robert Venturi a Las Vegas, quei mega cartelloni pubblicitari e esasperati, quelle strade enormi e luminose, il suo libro "Learning from las vegas" e il suo "less is a bore!" (il meno è noioso!), oppure alla factory di Andy Warhol, alle sue opere che rendono il commerciale un'opera d'arte, un vasetto di zuppa, una coca cola... e siamo noi ad averli resi tali, la nostra coscienza li ha resi dando loro un riconoscimento che li eccettua in modo definitivo dalla comunanza degli altri prodotti.
Oggi si da molto più peso al contenitore che al contenuto, anche facendo la spesa, soprattutto facendo la spesa, trascorrendo il nostro tempo in quel "luogo-non luogo" che è il supermercato, o centro commerciale, uno spazio che non è più adibito solo alla necessità fare la spesa, ma uno spazio di sosta, di passeggio, di comunità. Infatti nella loro progettazione non ci si ferma più alla semplice aggregazione di capannoni che servano solo da contenitore del prodotto in vendita, ma si studia il luogo in cui posizionarli, si creano aree di sosta e ristoro, e non vengono catapultati come contenitori freddi e metallici in altrettanti freddi e tristi parcheggi asfaltati.
Non possiamo non pensare dunque lavoro che c'è dietro a quell' etichetta o a quella pubblicità, a quel supermercato o all'allestimento di quell'evento, che di certo non si potrebbe mettere in atto senza l'aiuto di strumenti informatici o tecnologici.
Siamo forse una società esteta e superficiale?
Stiamo attraversando un periodo in cui mettiamo in crisi dei valori fondanti e diamo più spazio a elementi frivoli?